Colonnese edita il catalogo della mostra “Frammenti di paradiso. I giardini nel tempo alla Reggia di Caserta” che si terrà dal 1 luglio al 16 ottobre 2022.
Il giardino è il luogo dove l’uomo cerca di ritrovare il paradiso terrestre, l’armonia perduta con la natura. Non a caso paradiso, in molte culture, è sinonimo di giardino e nelle descrizioni di tutti i tempi questo termine evoca la bellezza e il fascino di un luogo.
Il giardino è un frammento del mondo, dove il committente riflette la sua personalità, i suoi valori, è il mezzo per trasmettere messaggi all’esterno, frutto dell’armonica fusione tra arte e natura e per questo mutevole e fragile. I giardini dipinti o riprodotti mirano ad immortalarne la bellezza fugace, a tramandarla nel tempo. Il rapporto tra giardino reale e vivente e giardino tradotto in un linguaggio artistico è quanto mai vario e percorre la storia della nostra civiltà. Mostrarne l’evoluzione e i vari modi di declinarla è il tema di questa mostra e del catalogo, che si avvale di un rapporto diretto con uno dei giardini più scenografici e celebrati.
Oltre 150 opere tra dipinti, disegni, sculture, arazzi, erbari, libri e oggetti d’arte e interpretazioni contemporanee in dialogo tra loro per raccontare la storia del giardino nel corso dei secoli.
Opere in molti casi inedite, provenienti da prestigiosi musei e istituzioni italiane ed europee tra cui i Musei del Prado e Thyssen-Bornemisza di Madrid, il Museo di Versailles, il Museo di Capodimonte, le Gallerie dell’Accademia di Venezia, la Galleria degli Uffizi e Palazzo Pitti a Firenze, il Museo di Roma, oltre a collezioni private, biblioteche e altri istituti pubblici, come gli Orti botanici di Napoli e Portici.
Tra i tanti artisti, del calibro di Gaspar van Wittel, Claude Lorrain, Paolo Anesi, Pietro e Gianlorenzo Bernini, Hubert Robert, Hendrick van Cleve III, Jules-César-Denis van Loo, Giusto Utens, Joseph Heintz il giovane e altri celebri vedutisti, un ruolo di spicco spetta naturalmente a Jacob Philipp Hackert che tante opere ha dedicato ai giardini e ai paesaggi campani e dell’Italia meridionale.
Colonnese edita il catalogo della mostra “Il piccolo Principe. Giuseppe Sanmartino alla Reggia di Caserta” che si terrà dal 27 maggio all’11 settembre 2022.
La mostra prende le mosse dal rinvenimento, nei depositi del Complesso vanvitelliano nei primi mesi del 2021, del ritratto in marmo di un neonato a grandezza naturale opera di Giuseppe Sanmartino, identificato con il Real Infante Carlo Tito di Borbone, primogenito maschio del re Ferdinando IV e di Maria Carolina d’Austria.
L’opera, sulla quale sono state condotte rigorose ricerche, fu realizzata su impulso della regina Maria Carolina che, come voto di grazia per aver dato alla luce nel 1775 il maschio che avrebbe assicurato la continuità dinastica dei Borbone sul trono di Napoli, commissionò un ritratto a grandezza naturale del neonato Principe Carlo Tito al primo scultore del Regno, Giuseppe Sanmartino, il noto autore del Cristo Velato della Cappella Sansevero.
L’oggetto risulta presente nelle collezioni della Reggia di Caserta almeno dal 1879.
Gli studi iconografici hanno indotto a escludere che possa trattarsi di un putto o del Bambino Gesù e che debba più correttamente identificarsi con un bambino dormiente, ispirato all’allegoria classica del Sonno dell’Innocenza. Sottoposto a un accurato restauro nei laboratori del museo, il Ritratto del Real Infante Carlo Tito di Borbone di Giuseppe Sanmartino è la riscoperta attorno alla quale la mostra raccoglie opere di varia natura, legate ai giorni che videro la nascita dell’erede al trono del Regno di Napoli. L’esposizione diventa, così, l’occasione per comprendere l’importanza dello storico evento, per analizzare i rapporti dell’artista con la casa reale borbonica, per studiare altre opere finora ignorate e a lui riconducibili e per analizzare i suoi ritratti – genere al quale Sanmartino pur lavorò – di cui restano diverse tracce in opere di alto pregio come il Ritratto di Livia Doria Carafa, Principessa di Roccella, di collezione privata.
Il catalogo della mostra, riccamente illustrato, ospita, tra gli altri, contributi di Giangiotto Borrelli, Rosanna Cioffi, Almerinda Di Benedetto, Carlo Knight, Riccardo Lattuada, Anna Maria Rao, Charles Beddington, Lucio Tufano.