Charles Dickens
Stefano Manferlotti
9788899716059
Colonnese
Anno di Stampa 2016
napoli, viaggi
96
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Nelle pagine, calde e sonore, scritte a Napoli da Charles Dickens, palpita la vita di una città bella e terribile. Già autore di successo, lo scrittore inglese intraprese nel 1844 il “piacevole obbligo” – comune a tanti altri intellettuali e nobili stranieri dell’epoca – del viaggio in Italia. Da quel soggiorno nacque «Pictures from Italy» – da cui è tratto questo volume – in cui, più che i monumenti e i capolavori dell’arte, «sepolti sotto la montagna delle dissertazioni ad essi dedicate», Dickens raccontò le facce e le voci della gente che aveva incontrato. A Napoli – dove soggiornò dal 10 al 26 febbraio – si lasciò affascinare dalla strada, vero e proprio teatro all’aria aperta, ricco di tipi e figure che la sua penna seppe fermare sulla carta con la maestria del virtuoso. Il volume, con testo inglese originale a fronte, è introdotto e curato da Stefano Manferlotti, ordinario di Letteratura inglese presso l’Università di Napoli Federico II.
Testo inglese a fronte (Italian/English Text) - 4a Edizione.
Ultimo disponibile
Data di disponibilità: 07/02/2018
Impressioni di Napoli
Nelle pagine, calde e sonore, scritte a Napoli da Charles Dickens, palpita la vita di una città bella e terribile. Già autore di successo, lo scrittore inglese intraprese nel 1844 il “piacevole obbligo” – comune a tanti altri intellettuali e nobili stranieri dell’epoca – del viaggio in Italia. Da quel soggiorno nacque «Pictures from Italy» – da cui è tratto questo volume – in cui, più che i monumenti e i capolavori dell’arte, «sepolti sotto la montagna delle dissertazioni ad essi dedicate», Dickens raccontò le facce e le voci della gente che aveva incontrato. A Napoli – dove soggiornò dal 10 al 26 febbraio – si lasciò affascinare dalla strada, vero e proprio teatro all’aria aperta, ricco di tipi e figure che la sua penna seppe fermare sulla carta con la maestria del virtuoso. Il volume, con testo inglese originale a fronte, è introdotto e curato da Stefano Manferlotti, ordinario di Letteratura inglese presso l’Università di Napoli Federico II.
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