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Il gioco del Riversino

9791281142497

COLONNESE EDITORE

Tra i tanti estimatori, anche Ferdinando IV di Borbone, amava molto il gioco del Riversino. L`origine di queste carte è molto incerta, ma potrebbero essere apparse in Italia ancor prima che a Barcellona e in Francia, dove il gioco era molto diffuso tra XVII e XVIII. La riscoperta del Riversino fa parte di un percorso avviato da Candida Carrino all’Archivio di Stato di Napoli sulla storia e le storie intorno ai giochi di carte, che si avvale dell’appassionataconsulenza degli studiosi Vincenzo Capuano e Nicola Antonio De Giorgio. Cofanetto con libro e carte da gioco (48 carte)

La riscoperta del Riversino fa parte di un percorso avviato dall’Archivio di Stato Napoli – diretto da Candida Carrino – sulla storia e le storie intorno ai giochi di carte, che si avvale dell’appassionata consulenza dello studioso Nicola Antonio De Giorgio e dello studioso e collezionista Vincenzo Capuano.

L’origine della carte da Riversino è ancora oggi molto incerta, ma potrebbero essere apparse in Italia ancor prima che a Barcellona, dove il gioco era molto diffuso, così come in Francia, soprattutto nei secoli XVII e XVIII, per poi andare lentamente in declino. Di certo, nel romanzo La Sanfelice, Alexandre Dumas racconta che Ferdinando IV di Borbone, grande estimatore di giochi con le carte, amava in particolar modo proprio il gioco del Riversino, anche detto Reversis.

L’originalità del Riversino – considerato uno degli antenati di giochi come Hearts, Black Lady e Black Maria – sta nell’essere un “gioco a perdere”; ovvero nel fatto che, contrariamente a tutti i giochi nei quali vince chi contabilizza più punti, vince chi riporta meno punti. L’obiettivo di ogni giocatore è infatti fare meno punti possibile per poi rovesciare, infine, il risultato con una sola mossa.

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