Una tragedia che poteva essere evitata
Pietro Paolo Mennea
9788899716547
Colonnese Editore
Napoli, 2020
240
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Nel 1972 Pietro Mennea stava per coronare il sogno di partecipare, per la prima volta, alle Olimpiadi. A Monaco – nel cuore dell’Europa ferito dalla Guerra fredda – tra centinaia di atleti di ogni nazionalità, erano giorni di grande gioia. Ma durò poco. Perché nella notte tra il 4 e il 5 settembre un commando palestinese entrò nel Villaggio Olimpico e prese in ostaggio undici componenti della delegazione israeliana. Due furono uccisi subito. Altri nove morirono il giorno dopo all’aeroporto. Partendo dall’esperienza diretta di quei tragici giorni, Mennea – che ha affiancato ai successi sportivi un sincero impegno civile e politico, arrivando fino al Parlamento Europeo – in questo documentato saggio inedito ricostruisce i controversi scenari del mondo olimpico e le trame internazionali che intrecciano politica e terrorismo, Est e Ovest, Israele e Palestina. Per rileggere un pezzo di storia, ma anche per capire gli errori che non dovrebbero ripetersi.
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Data di disponibilità: 06/07/2020
Monaco 1972
Nel 1972 Pietro Mennea stava per coronare il sogno di partecipare, per la prima volta, alle Olimpiadi. A Monaco – nel cuore dell’Europa ferito dalla Guerra fredda – tra centinaia di atleti di ogni nazionalità, erano giorni di grande gioia. Ma durò poco. Perché nella notte tra il 4 e il 5 settembre un commando palestinese entrò nel Villaggio Olimpico e prese in ostaggio undici componenti della delegazione israeliana. Due furono uccisi subito. Altri nove morirono il giorno dopo all’aeroporto. Partendo dall’esperienza diretta di quei tragici giorni, Mennea – che ha affiancato ai successi sportivi un sincero impegno civile e politico, arrivando fino al Parlamento Europeo – in questo documentato saggio inedito ricostruisce i controversi scenari del mondo olimpico e le trame internazionali che intrecciano politica e terrorismo, Est e Ovest, Israele e Palestina. Per rileggere un pezzo di storia, ma anche per capire gli errori che non dovrebbero ripetersi.
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>>> DA SKY SPORT - Strage di Monaco, in un libro la verità di Mennea: "Io c'ero"
Un'opera postuma sull'attentato di Monaco 1972, scritta di suo pugno da Pietro Mennea, e che sarà presentato il 16 luglio al Mann di Napoli per la rassegna Sport Opera, è l'occasione per vivere insieme a sua moglie Manuela Olivieri cosa fu per il più grande velocista europeo quell'Olimpiade, dove 11 atleti israeliani funoro uccisi. Accadde sotto i suoi occhi, nella notte aveva vinto il bronzo ai suoi primi Giochi.
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>>> Da italiaisraeletoday.it - L’harakiri delle Olimpiadi - Quel minuto di silenzio negato
di Amedeo Cortese
Nel 2012, Pietro Mennea. alla vigilia dei Giochi Olimpici di Londra, scrisse una lettera al presidente del Comitato Olimpico Internazionale per dedicare un minuto di silenzio in memoria degli undici atleti israeliani trucidati da terroristi palestinesi in occasione dei quarant’anni dalla strage di Monaco. Quel minuto di silenzio non fu organizzato perché secondo il vicepresidente del CIO, si temevano le reazioni dei paesi arabi, quasi le vite di undici atleti trucidati dai terroristi palestinesi nel villaggio olimpico di Monaco, in quanto ebrei, non valessero nemmeno un ricordo, una pausa.
E’ in questo gesto la più viva testimonianza della vita di un grande uomo e di un grande atleta, che visse con i suoi occhi l’orrore di quella notte tra il 5 e il 6 Settembre del 1972.
>>> Da IL MATTINO - "Il libro del mio Pietro sul dramma di Monao è un inno alla libertà"
di Giuseppe Crimaldi
«Pietro mi ripeteva sempre che la libertà resta il bene più prezioso nella vita. E il suo pensiero oggi è
nell’ultimo libro che ha scritto: esattamente come lo aveva curato, fin nei minimi dettagli. Anche
l’immagine di copertina è quella che aveva scelto. Una foto lontana da ogni enfasi, che lo ritraeva
con gli altri vincitori alle Olimpiadi di Monaco di Baviera, ma non sul podio, bensì accovacciati a
bordo pista,come ragazzini». Pietro Mennea- il campione italiano di atletica leggera scomparso nel
2013 dopo aver vinto medaglie d’oro e stabilito record, meritandosi l’appellativo di “Freccia del
Sud” - era un campione vero.
>>> da IL FOGLIO - storie di storie. Sport è politica di Mauro Berruto